martedì 21 gennaio 2014

"Se il mondo fosse un solo stato, la capitale sarebbe Istanbul” (Napoleone Bonaparte)








































Il nostro terzo itinerario dall'altra parte del ponte di Galata è iniziato con una visita al mercato del pesce. Zona piacevole e animata specie di mattina, si trova pesce freschissimo esposto in bancarelle con cavi elettrici e lampadine che pendono, pescivendoli che fumano sigarette, pompe dell'acqua che corrono e piccoli ristoranti che cuociono il pesce alla griglia take awey.
Si prosegue con la Torre di Galata, che regala dalla sua terrazza a 68 mt un panorama a 360° di tutta la città, purtroppo sempre offuscato dalla nebbiolina che ci ha accompagnato per tutta la vacanza. Dopo una sosta ristoratrice a base di succo di melograno, via in direzione piazza Taksim percorrendo a piedi Istiklâl Caddesi, una delle strade pedonali più famosa di Istanbul affollata di giorno per lo shopping e di notte per i divertimenti. Lunga circa 3 km è un concentrato di boutique, caffè, librerie. Un piccolo tram d'Epoca fa la spola tra i due capolinea, molto caratteristico. Dopo una pausa pranzo a base di kebab e panino con "carne di lingua" ci siamo diretti a palazzo Domabahçe, residenza dal 1856 dei sultani fino alla proclamazione della repubblica nel 1923. Realizzato sulle rive del Bosforo, è un palazzo in stile rinascimentale turco che si estende per 15.000 mq e si divide in 285 camere, 44 saloni, 68 bagni e 6 hammam, ma come sempre solo una minuscola parte è visibile. La visita è stata comunque interessante poiché l'interno è ancora allestito con la maggior parte di mobili, tappeti, lampadari e cristalli originali dell'epoca.
Ritornati nella nostra zona l'ultima parte della giornata l'abbiamo dedicata al museo dei mosaici che conserva principalmente mosaici del pavimento della grande sala del palazzo dove risiedettero gli imperatori bizantini.

Dopo quattro giorni a Istanbul posso dirvi che è meravigliosa, un incrocio tra Oriente e Occidente, un piacere per la vista, per il gusto, per l'olfatto. La devi comprendere, scorgere, annusare, non ti delude ma ti incanta essendo così ricca di energie.

Una città che si scopre vivendola e della quale ci si innamora









 





















Svegliati dalla preghiera proveniente dal minareto di fronte al nostro terrazzo la nostra giornata è iniziata molto presto e con una colazione a base di uova, formaggi locali, e tè turco.
Un turista non deve rinunciare assolutamente ad una visita al Gran Bazar e al Bazar delle spezie. Il gran Bazar, o mercato coperto, si estende su una superficie di 30.000 mq che ospita 4500 negozi affacciati su 61 strade coperte. E' stato un tempo il cuore economico dell'impero ottomano, oggi invece è un vero e proprio bazar di souvenir dozzinali e non, botteghe d'antiquariato, bancarelle di abiti e oggetti "firmati" :) e una piccola parte ancora ospita minuscoli negozi di oggetti preziosi come oro e argento e i più classici tappeti. Il Bazar delle spezie invece, in origine, ospitava appunto solo spezie e piante medicinali; oggi solo poche botteghe hanno mantenuto il commercio originario, altri vendono specialità alimentari, borse, ceramiche, tessuti, gioielli. All'esterno delle mura si tiene inoltre un colorato mercato alimentare. Tutto sommato è una bellissima visita, poiché c'è una mescolanza di gusti colori e sapori tutta da assaporare. Inoltre l'acquisto di qualcosa di tipico è inevitabile.
Le nostre giornate sono proseguite con la visita alla moschea Süleymaniye, una delle più maestose costruzioni di Istanbul che, con le sue imponenti cupole, domina l'orizzonte del Corno d'Oro.
Successivamente abbiamo camminato fino all'acquedotto di Valente di cui purtroppo sopravvivono oggi solo 800 mt che attraversano l'arteria stradale di Atatürk e alle mura teodosiane. Lunghe più di 6,5 km le mura, costruite da Teodosiano II nel V secolo, salvarono la città dagli assedi bulgari, ottomani e arabi. Oggi le mura sono costeggiate da una strada a scorrimento veloce, priva di qualsiasi fascino, purtroppo. Dopo la visita un po' deludente alle mura, la nostra lunghissima camminata è proseguita verso i quartieri di Balat e Fener, sulla riva meridionale del Corno d'Oro. Essi sono quartieri dalle vecchie case in legno, le strade ombreggiate dalle pergole, le scalinate che portano in cima alla collina. Balat era il quartiere dove abitavano gli ebrei, Fener invece il quartiere abitato dai greco ortodossi. Quartieri affascinanti ma allo stesso tempo un po' tristi, che fanno pensare a quanta diversità ci sia contenuta in una città come Istanbul.
Infine il Caffè "Pierre Loti", il piacere di sorseggiare un tè avendo davanti agli occhi il panorama del Corno d'Oro. Il caffè in cima alla collina Eyüp, è raggiungibile con una bella passeggiata a piedi attraverso il cimitero islamico oppure con la funivia che parte poco lontano dalla moschea.
Ogni angolo di Istanbul regala quindi angoli diversi fra loro ma tutti magici e indimenticabili per le loro particolarità.