«Ho trascorso la mia vita ad Istanbul, sulla riva europea, nelle case che si affacciavano sull'altra riva, l'Asia. Stare vicino all'acqua, guardando la riva di fronte, l'altro continente, mi ricordava sempre il mio posto nel mondo, ed era un bene. E poi, un giorno, è stato costruito un ponte che collegava le due rive del Bosforo. Quando sono salito sul ponte e ho guardato il panorama, ho capito che era ancora meglio, ancora più bello di vedere le due rive assieme. Ho capito che il meglio era essere un ponte fra due rive. Rivolgersi alle due rive senza appartenere». (O.Pamuk, Istanbul, 2003)
Voglio iniziare il mio post dedicato ad Istanbul con questa frase. Non so perché ma quando l'ho letta mi ha ricordato in un solo istante i 4 giorni bellissimi trascorsi in questa città. Istanbul è stata la meta delle nostre vacanze natalizie. Quattro giorni sono volati troppo in fretta e forse sì, sono troppo pochi per scoprire una città che ha veramente tanto da dare.
Alloggiati nel quartiere di Sultanahmet, zona particolarmente turistica ma molto comoda, il primo impatto è stato un po'… scioccante. Abbiamo imboccato una stradina secondaria nella ricerca del nostro hotel con casette non particolarmente solide :) ma bastava girare l'angolo nel senso opposto per avere davanti a noi un panorama mozzafiato… ovvero la Moschea Blu. Essa deve il nome al colore del suo interno, completamente ricoperto da circa 20.000 piastrelle di ceramica che vanno dal blu al bianco al verde. Questa è l'unica moschea che vanta 6 minareti e al suo interno l'ampia sala della preghiera è rischiarata dalla luce che entra da ben 260 finestrelle. La sensazione per me all'interno è stata strana, entrare con il capo coperto, senza scarpe, vedere solo uomini al centro della moschea in preghiera e le donne in un angolo a loro appositamente riservato… è stato emozionante trovarsi all'interno della loro cultura, ma molto molto difficile da capire. Inoltre la preghiera che veniva diffusa dai minareti in tutta la città nei momenti di preghiera nelle diverse ore della giornata, è una cosa che nel bene o nel male non dimenticherò mai.
La nostra visita prosegue nella stessa piazza con l'imponente Aya Sofya, in origine una delle più belle chiese bizantine. Rimasta cristiana per quasi mille anni, nel XVI secolo fu trasformata in moschea. Non distante da lì il palazzo Topkapi costruito dal sultano Moametto II fra il 1466 e il 1478. La reggia fu il cuore politico dell'impero Ottomano fino al 1853, quando i sultani si trasferirono nel palazzo di Dolmabahce (che abbiamo in seguito visitato). Il palazzo, strutturato su quattro corti, fu poi trasformato in museo. Le stanze del tesoro imperiale custodiscono all'interno bellissimi oggetti preziosi tra cui il pezzo più importante ovvero il Kasikci, "il diamante del mercante di cucchiai", di 86 carati, circondato da 49 brillanti di enorme grandezza.
Doverosa è anche una visita alla Cisterna di Yerebatan, la più grande cisterna bizantina di Istanbul, uno dei monumenti più suggestivi della città. Più simile ad una cattedrale che ad una cisterna d'acqua, si visita su una serie di passerelle che si addentrano in una selva di colonne emergenti dall'acqua in cui nuotano grandi pesci.
E dopo una giornata all'insegna del camminare e camminare… anche il lato gastronomico ha avuto la sua parte. Molto affascinanti sono i venditori ambulanti in città che offrono spremute di melograno espresse, crema di latte calda, pannocchia bollita, specie di ciambelle salate con formaggino o senza, castagne, pesce alla piastra nei pressi del ponte di Galata ovviamente non può mancare il Kebab… favoloso in qualunque modo venga proposto… :) Nei ristoranti si mangia molto bene e generalmente a buon prezzo, ma la gente è sempre un po' insistente a volerti mostrare il menù, i prezzi, le bevande etc… Anche i localini take awey propongono dei kebab di tutti i tipi, pollo, agnello che i locali accompagnano con un drink chiamato Ayran, una specie di yogurt salato che noi non abbiamo avuto coraggio di assaggiare :)
Per ultimo i dolci… i dolci che si impongono in tutte le vetrine in piramidi di miele, noci, nocciole, mandorle, pistacchi e fichi… e che sono davvero mooooooolto dolci!!!
Voglio iniziare il mio post dedicato ad Istanbul con questa frase. Non so perché ma quando l'ho letta mi ha ricordato in un solo istante i 4 giorni bellissimi trascorsi in questa città. Istanbul è stata la meta delle nostre vacanze natalizie. Quattro giorni sono volati troppo in fretta e forse sì, sono troppo pochi per scoprire una città che ha veramente tanto da dare.
Alloggiati nel quartiere di Sultanahmet, zona particolarmente turistica ma molto comoda, il primo impatto è stato un po'… scioccante. Abbiamo imboccato una stradina secondaria nella ricerca del nostro hotel con casette non particolarmente solide :) ma bastava girare l'angolo nel senso opposto per avere davanti a noi un panorama mozzafiato… ovvero la Moschea Blu. Essa deve il nome al colore del suo interno, completamente ricoperto da circa 20.000 piastrelle di ceramica che vanno dal blu al bianco al verde. Questa è l'unica moschea che vanta 6 minareti e al suo interno l'ampia sala della preghiera è rischiarata dalla luce che entra da ben 260 finestrelle. La sensazione per me all'interno è stata strana, entrare con il capo coperto, senza scarpe, vedere solo uomini al centro della moschea in preghiera e le donne in un angolo a loro appositamente riservato… è stato emozionante trovarsi all'interno della loro cultura, ma molto molto difficile da capire. Inoltre la preghiera che veniva diffusa dai minareti in tutta la città nei momenti di preghiera nelle diverse ore della giornata, è una cosa che nel bene o nel male non dimenticherò mai.
La nostra visita prosegue nella stessa piazza con l'imponente Aya Sofya, in origine una delle più belle chiese bizantine. Rimasta cristiana per quasi mille anni, nel XVI secolo fu trasformata in moschea. Non distante da lì il palazzo Topkapi costruito dal sultano Moametto II fra il 1466 e il 1478. La reggia fu il cuore politico dell'impero Ottomano fino al 1853, quando i sultani si trasferirono nel palazzo di Dolmabahce (che abbiamo in seguito visitato). Il palazzo, strutturato su quattro corti, fu poi trasformato in museo. Le stanze del tesoro imperiale custodiscono all'interno bellissimi oggetti preziosi tra cui il pezzo più importante ovvero il Kasikci, "il diamante del mercante di cucchiai", di 86 carati, circondato da 49 brillanti di enorme grandezza.
Doverosa è anche una visita alla Cisterna di Yerebatan, la più grande cisterna bizantina di Istanbul, uno dei monumenti più suggestivi della città. Più simile ad una cattedrale che ad una cisterna d'acqua, si visita su una serie di passerelle che si addentrano in una selva di colonne emergenti dall'acqua in cui nuotano grandi pesci.
E dopo una giornata all'insegna del camminare e camminare… anche il lato gastronomico ha avuto la sua parte. Molto affascinanti sono i venditori ambulanti in città che offrono spremute di melograno espresse, crema di latte calda, pannocchia bollita, specie di ciambelle salate con formaggino o senza, castagne, pesce alla piastra nei pressi del ponte di Galata ovviamente non può mancare il Kebab… favoloso in qualunque modo venga proposto… :) Nei ristoranti si mangia molto bene e generalmente a buon prezzo, ma la gente è sempre un po' insistente a volerti mostrare il menù, i prezzi, le bevande etc… Anche i localini take awey propongono dei kebab di tutti i tipi, pollo, agnello che i locali accompagnano con un drink chiamato Ayran, una specie di yogurt salato che noi non abbiamo avuto coraggio di assaggiare :)
Per ultimo i dolci… i dolci che si impongono in tutte le vetrine in piramidi di miele, noci, nocciole, mandorle, pistacchi e fichi… e che sono davvero mooooooolto dolci!!!



Ciao biela,
RispondiEliminala frase iniziale mi ha davvero colpita :) sarà che mi ci riconosco anche senza stare ad Istambul ehehe
Sembra davvero che ti sia piaciuta la città, ho proprio voglia di visitarla!
Bielis li fotografis ;)
Busadis
Anna